Il nespolo germanico - ERIKA • Vivai Mancinelli
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Il nespolo germanico

Il nespolo germanico

Il nespolo germanico o nespolo comune (Mespilus germanica) appartiene alla famiglia delle Rosaceae.

Il nespolo comune non deve essere confuso con il Nespolo del Giappone: i termini di nespolo e nespola, nel lessico comune, fanno infatti riferimento in genere all’albero e ai frutti della specie Eriobotrya japonica, pure questa appartenente alla Famiglia delle Rosaceae.

Peraltro l’antico proverbio “Col tempo e con la paglia maturano le nespole” (ci vuole pazienza, occorre aspettare per vedere i risultati) si riferisce alle Nespole comuni, già note in Europa da tempo immemorabile. I frutti infatti non possono essere consumati alla raccolta, che si ha nel tardo autunno, ma vanno lasciati “ammezzire” in un ambiente asciutto e ventilato, (appunto sulla paglia) cioè rammollire e virare di colore dal marrone chiaro al marrone scuro. La trasformazione enzimatica trasforma la polpa e cancella il forte sapore acido ed astringente, rendendole commestibili, questo nonostante la robusta buccia ed i numerosi e durissimi semi rendano problematico il consumo.

Di fatto esiste un solo modo per consumarle al naturale, tolto il picciolo la polpa è succhiata ed inghiottita ed i semi trattenuti in bocca e non deglutiti.

 

 

Descrizione

 

ERIKA Vivai Mancinelli Nespolo Germanico

Il nespolo comune è un albero di dimensioni medio grandi (fino 4–5 m di altezza) di larghezza spesso superiore all’altezza, a foglie caduche, (perde le foglie in inverno). I fiori ermafroditi, di colore bianco puro, sono semplici, a cinque petali; la fioritura nel complesso è molto decorativa.

La fioritura, che è piuttosto tardiva (maggio), avviene dopo l’emissione delle foglie. I frutti sono piccoli pomi a buccia ruvida e di colore marrone chiaro, spesso coperti da una finissima peluria; sono di piccole dimensioni: 2-2,5 cm di diametro. Esistono tuttavia cultivar selezionate con frutti leggermente migliorati per dimensioni e caratteristiche organolettiche. I frutti restano duri e legnosi con sapore acido ed astringente fino all’autunno inoltrato, solo una successiva trasformazione enzimatica della polpa, dopo la raccolta, ne rende possibile il consumo. È una pianta molto resistente al freddo, inoltre la fioritura tardiva è largamente successiva alle ultime gelate.

 

Da questo frutto si trae un liquore di sapore dolce e gradevole. Da degustare a Trinità i famosi dolci farciti di marmellata ai “pocio”.

 

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Fonte immagini e contenuto: Wikipedia

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